NERO - La tragica storia di chi lotta contro la propria natura. Intervista allo scrittore Daniele Scalese
NERO è il primo romanzo dell'emergente Daniele Scalese, pubblicato in
data 6 giugno da Eremon Edizioni. Un viaggio che inizia dal
primordiale impulso di sopravvivenza quando scatta all'improvviso e
stravolge la vita. Ambientato nella metropoli italiana contemporanea,
narra il percorso autodistruttivo di Lorenzo, un uomo che cerca
l'alba e oltrepassa l'orrore dell'inferno per poterla ammirare
ancora, un trentenne disposto a guardare dentro di sé con paura e ad
ingoiare lo squallore per riuscire a riassaporare il senso della
vita. Dopo il licenziamento, che gli crolla addosso come un incubo,
Lorenzo entra in crisi.
L'Io
Nero, provocatorio, è il coprotagonista del libro, il nome
dell'orgoglio, la voce dell'ego di Lorenzo, la sua coscienza, una
specie di angelo custode e demonio oscuro che si diverte a distrarlo
continuamente e maledettamente.
Un
viaggio introspettivo frenetico ed alienante, una voce dicotomica che
ipnotizza alle pagine fino alla fine di questo tunnel nero. La storia
intrigante ed originale di chi sprofonda nell'illusione e nella
delusione ma ne risale pericolosamente.
Le
vicende si evolvono degeneranti, i pensieri si affollano intricandosi
ai cattivi ambienti goduti dal protagonista, che si aggrappa ad ogni
cosa per aborrire dal buio interiore.
Torpore
ed inquietudine si susseguono come cabine di una ruota panoramica
impazzita, così come la rovina e l'ignoto assoluto lo catapultano
dalla speranza alla disperazione.
In
sé, pulsa l'istinto “nero”. Sullo sfondo, minacciosa, la sagoma
scura del dolore. Nell'aria, il boato dell'ego, l'urlo di un mondo
interiore che deve essere ascoltato, un cuore - vulnerabile - che
scongiura l'amore, soltanto l'amore.
La
solitudine intima di Lorenzo lo naufraga in circostanze scelte e
detestate, nel vortice febbrile di un'esistenza in cui ogni capitolo
di sé stesso è impetuoso, torbido, cristallino e psichico.
Un
genere tra il drammatico, l'erotico ed il grottesco, scritto da
Daniele in maniera appassionante e fluente.
Un capolavoro letterario
- di cui sono certa faranno un giorno l'adattamento cinematografico -
concepito da un autore assolutamente geniale.
Nato
a Taranto nel 1988, Daniele Scalese si forma tra Lecce e Milano,
università e testi di Pessoa, David Foster Wallace e Hunter Scott
Thompson. Collabora con alcune riviste cinematografiche, scrive
racconti per un magazine e frequenta una scuola di letteratura
creativa.
Daniele Scalese
– Nero,
Eremon Edizioni, pp.
264, 2,50 euro
in formato e-book.
Pagina Facebook: NERO - Daniele Scalese
Di seguito potete leggere l'intervista allo scrittore! :-)
Ciao
Daniele, benvenuto in questo blog! Ti ringrazio innanzitutto per la
tua disponibilità. La prima domanda è un po' scontata (ma nemmeno
troppo!): cosa ci racconti di te?
Grazie
a te per l'occasione che mi concedi. Ti racconto che, a 29 anni,
affronto un periodo molto stimolante. Molti vivono l'avvicinamento ai
30 con apprensione. Io inizio a divertirmi sul serio. Credo che
riuscire a scrivere contribuisca al mio ottimo stato umorale e mi
renda affamato di nuove esperienze.
Un
aggettivo che ti definisce pienamente?
Autoironico.
“Se
non respiri attraverso la scrittura, se non piangi nello scrivere, o
canti scrivendo, allora non scrivere, perché alla nostra cultura non
serve.” disse ANAÏS NIN. Qual è la tua filosofia nello scrivere?
Innamorati,
soffri, muori e rinasci ma porta sempre un vaso con te: raccogli in
quel vaso ogni goccia di quello che vivi e senti.
Come
è scoccata l'ispirazione per il tuo romanzo Nero? Ne riassumeresti
il senso in poche righe?
Vivevo
un periodo di forte precarietà economica. E sentimentale. Mi sono
chiesto cosa sarebbe accaduto se avessi accettato il compromesso che
accetta il protagonista del romanzo, Lorenzo.
Quale
significato implicito vorresti potessero cogliere i tuoi lettori?
Probabilmente
che alcune persone hanno più bisogno di essere amate che di amare.
A
chi consigli il tuo romanzo?
Lo
consiglio alle donne che non mi hanno permesso di amarle. L'amore
negato è un coito interrotto. Che provoca dolore. La scrittura
alimenta quel dolore: credo che uno scrittore sia uno sciacallo della
sua sofferenza. Consiglio il libro a chi, almeno una volta nella
vita, si è sentito respinto, dalla società, da un amico, da una
persona che amava.
Qual
è la più bella soddisfazione ricavata nella stesura?
Avvertire
una sofferenza reale nel descrivere alcuni stati emotivi.
Il
tuo libro svela un volto fosco e torbido della città metropolitana.
Ci sono autori particolari che hanno influenzato un po' il tuo
lavoro?
Probabilmente
Houllebecq ma, soprattutto, ciò che scrivo può derivare dai film
che vedo. Penso ai primi lavori di Polanski.
Di
cosa parlavano i tuoi primi scritti?
Ho
scritto diversi racconti in cui parlavo, in chiave ironica, delle mie
disavventure erotico-sentimentali.
Che
libri hai letto ultimamente?
"Una
cosa divertente che non farò mai più" e "Questa è
l'acqua" di David Foster Wallace, poi "La vita davanti a
sé" di Romain Gary, "Le particelle elementari" di
Michel Houellebecq, "Paure, deliri e la grande pesca allo
squalo" di Hunter Scott Thompson e "Atti osceni in luogo
privato" di Marco Missiroli.
Come
selezioni le tue letture?
Attualmente
cerco libri che mi facciano ridere e siano dissacranti (Wallace e
Thompson su tutti) o testi da cui trarre nuovi strumenti di scrittura
(Murakami).
Da
dove nasce, invece, il tuo interesse per le sceneggiature? Racconti -
in quante righe avresti voglia - la tua esperienza con questo mondo
parallelo?
Ho
frequentato un corso di scrittura allo Iulm, dove sono stato seguito
da sceneggiatori come Francesco Piccolo ("Il caimano", "La
prima cosa bella"), Umberto Marino ("La gabbianella e il
gatto"), Stefano Bises ("Gomorra"). Attualmente sono
impegnato su un film a epidosi. Certamente, in futuro vorrei lavorare
a un progetto cinematografico interamente mio.
C'è
stato un film che ha rivoluzionato la tua vita?
"Birdman"
di Alejandro Iñárritu.
Un
personaggio che stimi?
Charlie
Kaufman.
Se
lo incrociassi nel centro di Milano cosa gli domanderesti??
Gli
chiederei come sia riuscito a scrivere un film come "Adaptation"
(Il ladro di orchidee).
Cosa
ami della tua città e cosa meno?
Amo
il fatto che Milano sia affamata di gente ambiziosa e le opportunità
che riesce a dare a questo tipo di persone; a volte, il suo cinismo
però mi mette paura.
Qual
è la tua massima di vita?
Non
vado mai a pezzi perché non sono mai del tutto intero.
Una
domanda che vorresti porti perché nessuno ci ha pensato finora?
Come
vive uno scrittore?
Cosa
impegnerà la tua estate dalle stampe dell'opera in poi?
La
scrittura del secondo romanzo.
Che
messaggio vorresti lasciare ai lettori, per salutarli?
Spero
che il mio libro possa toccarvi, nausearvi, scuotervi. E farvi,
segretamente, anche ridere.
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