mercoledì 23 dicembre 2015

"Riflessi dal cuore" di Raniero Iafanti

Cari amici,

se cercate una lettura fine, sensuale, pregnante... vi presento la silloge poetica di Raniero Iafanti, edita da Antologica Atelier Edizioni.
Emozioni “tascabili”, riflessi di un’anima delicata, e sogni sospesi fra le pagine, per voi.

Vi auguro un felice Natale... Sia pieno d'amore, un nuovo inizio.






giovedì 27 agosto 2015

Io voglio vivere

Festeggia la vita è un istinto del cuore, un racconto nato a Marzo del 2011 a Sommariva del Bosco che ho trasformato in una vera filosofia esistenziale.
Ho atteso che il titolo del mio libro, nel tempo, assumesse un significato inequivocabile, visto che la limpidezza del messaggio, a primo impatto trionfale, ha lasciato molti volti pressoché smarriti, ad oggi mi sono decisa a presentarlo con maggior consapevolezza.
La verità è che si vien sopraffatti dagli eventi finché si realizza che questa realtà bizzarra, spesso clamorosamente stracciabile, è un'occasione: per sperimentare la felicità, per sognare strafregandosene delle voci esterne, materializzare contro la mediocrità di chi vede nella vita soltanto un mero ciclo e non l'arte, il gusto sopraffino di vivere per amare.
Amare la vita è una materia complessa, si apprende iniziando a darle il valore che merita, spezzettandosi fra obiettivi significanti con ragguardevole solerzia e contrariandosi solo con la propria persona se alcuni d'essi sembrano ancora troppo distanti, con romitico ottimismo, resilienza, tutta l'energia necessaria.
È quanto Shakespeare scriveva: "Chi semina amore raccoglie felicità", ossia l'amore che seminiamo nelle nostre giornate, germoglierà in gioia al suo pensiero.
È buttare il cellulare sul letto e correre fuori di casa, montare in auto, sparare la radio e viaggiare con i finestrini aperti sotto trecentomila trilioni di stelle, cantando senza nessun talento una canzone appena trasmessa di Tiziano Ferro, alzando la voce sopra i pezzi d'un cuore che in quell'assaggio di libertà si cercano per ricomporlo.
È anche piangere lacrime silenziose sotto i Ray Ban neri, tanto scuri da non lasciar trasparire un filo d'anima, e poi trovare conforto in cose così piccole da sentirsi stupidi!

È percepire nel cuore sin dall'alba i propri sogni, cristallini di giorno, brillanti la notte.

by Alka


lunedì 17 agosto 2015

Amore Psicologico (Poesia)

Sento promesse spacciative nella notte,
ascolto il rumore universale dell'amore,
e penso che è un gioco psicologico illogico...
L'amore è solamente un tranello mentale
che crea dipendenza sentimentale,
un palpito d'eternità...
Un ozio fazioso, un vizio salutare, uno sfizio naturale...
L'onda contagiosa
d'una moda immortale.
Questo amore nostalgico nell'aria,
in realtà, è solo una sbandata smodatamente magica...
La suggestione dell'ennesimo illusionista romantico.
Non tradire la tua gelosia
se non vuoi apparire un sentimentale,
nonostante sia dura la tortura imperitura del cuore
e seppur il dolore d'animo sia stato
il flash forward della ragione
per l'anelita favola irraggiungibile.
L'amore è dei fantasisti,
un orgasmo abbagliante della mente,
un paradiso psicologico eccezionale,

un trasporto sensazionale,
una penitenza razionale
all'evidenza della gioia velleitaria...
L'amore è una goloseria intellettuale...
vanagloria nella rete sociale.


by Alka


mercoledì 22 luglio 2015

Si scrive sempre pensando a qualcuno...

Prendo il tuo ricordo da dentro, mi ci perdo. Ti spoglio il mio cuore... e le mie parole hanno il sospiro delle nostre ore, s'ispirano al tuo viso. Nelle mie parole ardiscono i nostri baci intensi, dense d'inchiostro strisciano febbrili sulla carta, spinte dall'anima, ramificando la vita del nostro amore, l'odore compenetrato della nostra pelle. Le mie parole sussurrano di noi, da loro ci si accorge di questo turbido, nudo bisogno di pervadere di te questa notte ed evadere dalla nostalgia di averti. I nostri momenti sbattono in me, caldi nella memoria, più forti. Si scrive sempre per amore di una persona, l'amore di una persona.

by Alka




Nella foto: Il principe e la ballerina (The Prince and the Showgirl)



domenica 10 maggio 2015

Non perdere mai quel dono...! :D

Ti viene data solo una piccola scintilla di


 o l l i .  Non devi perderla.


(di Robin Williams)

domenica 26 aprile 2015

Risvegliando sogni

Sembra un sogno, eppure ero io la ragazza che accettò di trasferirsi a Taranto per lavoro, senza neppure aver idea di dove accidenti fosse situata. Controllai precipitosa la cartina geografica e mi vennero le vertigini: la città mi "aspettava" a ben novecentodiecichilometri... Urrà?!
Lo annunciai ai miei genitori, i quali accolsero la notizia con laconico scetticismo - credo rievocando l'esito negativo delle mie antecedenti esperienze consimili - cionondimeno mi salutarono sabato sera col loro beneplacito. Abbracciai i miei veri amici, buttai in una valigia il mio cuore spezzato e mi strinsi in un sogno, quello di ricominciare. A sorridere, soprattutto.
Tredici ore di viaggio nella mente e nel sonno squassato dalle strade irregolari, ma scivolarono. Venni sorpresa insieme agli altri passeggeri dall'alba, che risveglia sempre lo stupore negli occhi e quella bambina nell'anima...
Appena scesi dal pullman nella terra di Taranto, mi godetti sin dai primi istanti la feerica atmosfera di serenità, attribuita, forse, dal mare ma anche dalla dolcezza con cui il mio sguardo carezzava ogni cosa.
Per festeggiare l'inizio della mia avventura, accesi una sigaretta con speranza, ingranando l'entusiasmo e la fantasia. Ma... dopo trenta,quaranta minuti, non si presentò ancora nessuno.
Temetti si fosse trattato di un bello scherzo e invece il mio datore di lavoro arrivò nella sua Land Rover con solo qualche innocuo minuto di ritardo dall'orario prestabilito. Sono sempre stata un'irremovibile ottimista, ma quando devo affrontare viaggi all'incognita da sola, una bazzecola è sufficiente a farmi smaniare dalla tentazione di chiamare le forze armate!!!
In auto, tesa alla conoscenza sorse una chiacchiera dopo l'altra, tra cui attraversammo la Città Vecchia e il ponte girevole, mi accompagnò a visitare il posto di lavoro e poi svoltammo in una traversa, fino a pervenire nella via di quella che sarebbe stata nei cinque mesi seguenti la mia dimora, troppo, troppo grande per una come la sottoscritta che ama trascorrere gran parte del proprio tempo libero in una stanza da letto, anzi, a dirla tutta solo nel letto. Eh sì, per leggere, scrivere, navigare dal portatile, ma più di tutto sognare un futuro dovizioso di progetti realizzati e felicità...
Però quella casa dopo due o tre giorni era diventata troppo silenziosa anche per leggere, quindi una parte del mio acconto settimanale la investii in un sintonizzatore.
...Prima spesa da considerarsi azzeccata!
La simpatica radiolina aveva restituito un'anima a quel maestoso e sconsolato appartamento, dedicando una melodia ai miei risvegli sonnacchiosi. Divenne un istinto premere il pulsante "On" per ritrovarmi fra le sollazzevoli discettazioni dei conduttori, che coloravano il mio stato d'animo con il loro umorismo e mi tenevano compagnia sotto la doccia in quelle poche pause della giornata, rendendosi un squisito contorno dei pasti oziosamente consumati a letto tra quelle mura solinghe, ma ad essere sincera, ultimamente neppure nel regno di Morfeo lasciavo mi abbandonassero...!
La musica accantonava il languore dei pensieri, era la terapia che col passare delle settimane mi faceva svegliare sempre meno demoralizzata: lo vedevo riflesso nella specchiera davanti al letto, grazie alla quale dopo tanti anni ho scoperto d'osservarmi con occhi diversi, meno distruttivi, ritrovando tenerezza per quel visino triste che finì d'estraniare anche il giudizio più doloroso al mondo... il mio.
Ci fu una specie di resa psichica all'immagine vulnerabile di questa mia parte sottovalutata, profondamente umana.
Gli orari lavorativi, in cambio, facevano ritrovare rapidamente l'ironia... Tanta fatica in puro spirito!
Vecchi ricordi si perdevano nella città, sensuali, frastornati... tra la gente ed i loro gioviali sorrisi, le loro vite che s'intrecciavano per un istante con il mio cammino. Ricordi che si scioglievano nel calore di un Ginseng cremoso ordinato al mio bar preferito. Ricordi di cui il mio cuore trovava consolazione in libri che finalmente potevo permettermi a regalarmi.
Anche perché la scritta di cui m'ero accorta in quella prima mattina sul muro vicino casa "Resti la cosa più bella", visibile oltre le grate della mia finestra, mi aveva ricordato quanto fossi prigioniera del mio passato e dei miei sentimenti. Ma avevo me stessa, avevo i miei sogni e la poesia, un mezzo tramite il quale da adolescente scoprii possibile dar libertà al mio cuore.
Dormire nuda, piangere liberamente, lasciare con serenità il diario segreto dovunque. Cenare a mezzanotte, emozionarmi per un gesto carino.
Attraversare il centro alla sera con lo sguardo ebbro di bellezza, diretta al dovere. Misurarmi nelle sfide quotidiane di una professione tutt'altro che facile: stremante, esasperante, ma anche generosa di gratificazioni. La sensazione di libertà sconfinata che mi avvolgeva dopo la mezzanotte di domenica sera, allo scoccare del mio giorno libero.
Scrivere senza interferenze se non d'orario, cullata dall'armonia rigenerante che mi ero guadagnata con tanto sudore.
Proteggere me stessa come una mamma, conscia per la prima volta d'essere sola... Nessuno a salvarmi, nessuno a incoraggiarmi.
Ammetto che isolarmi fu una scelta intima quanto illogica. In una solitudine cieca e impenetrabile, in un silenzio aberrante e, me ne accorgo ora, malsano.
Nel mio groviglio cronico di pensieri, un digiuno rassicurante dalle emozioni - o almeno, quella era la suggestione - nella speranza astratta di macerare il mio sentimentalismo.
Di contro, ho capito che crescere è l'ibrida unione della testa e del cuore, e solo grazie a quest'esperienza dalle sfumature infinitamente cangianti che la vita non offuscherà mai.
Non ho quasi mai creduto di meritarmi realmente il divertimento come tutti i miei coetanei, mortificata dall'eloquio becero con me stessa che mimetizzavo nella parvenza di uno spensierato sorriso.
È stato un episodio fondamentale che ha segnato la mia concezione della vita e la visione della mia persona, consentendomi d'emanciparmi da una crisi interiore.
Penso spesso anche alle creature che ho avuto la fortuna di conoscere, perché la loro magnanimità ha dimostrato che è il bene a rendere migliore un animo, non l'infierire su esso con ogni scusa.
L'allegria contagiosa, l'aria di festa che ogni mercoledì notte arrivava a noi dalla Città Vecchia e sembrava un invito quasi irresistibile. E, una volta tanto, al termine della giornata estiva, adunarsi con i colleghi al tavolino del "nostro" chiosco per goderci una birra rinfrescante sul lungomare, perché anche se erano le due del mattino sapevamo quanto benefici fossero quei trenta o quaranta minuti di relax e meritate risate.
Son tutte cose che vibrano tutt'ora nella mia anima e la illuminano come quelle inobliabili ore primaverili ai Giardini del Peripato, facendomi sognare esattamente come fossi sulla Rotonda del Lungomare, affascinata dal clima di affabilità, innamorata persa della città trasecolare che mi ha guarito nel profondo facendo rifiorire la luce della speranza, e insieme a lei, il mio sorriso.

by Alka


lunedì 2 marzo 2015

Sogno di svegliarmi

A volte sogno di svegliarmi accanto a te e di sentirmi sussurrare che è stato solo un brutto incubo.