mercoledì 21 dicembre 2016

Intervista su "L'arte di Pier Paolo Pasolini nei cuori di Bra Montmartre"

Ciao a tutti, vi segnalo l'intervista sull'opera "Pasolini" per il blog letterario di Dianora Tinti, per chi fosse curioso di scoprirne il relativo percorso di stesura http://www.dianoratinti.it/biografia-pier-paolo-pasolini-gratuita/

lunedì 21 novembre 2016

Booktrailer de "L'arte di Pier Paolo Pasolini nei cuori di Bra Montmartre"

Amici, questo è il mio umile omaggio al meraviglioso Pasolini. Spero vi piaccia. :-)




Fonte: Youtube
1. Pasolini 'apocalittico' su consumismo e media
2. Pasolini e Totò
3. PASOLINI L'ARRABBIATO 2-5
4. PASOLINI L'ARRABBIATO 4-5
5. Pier Paolo Pasolini - intervista di Enzo Biagi 1971
6. Pier Paolo Pasolini - La forma della città (1974)
7. Pier Paolo Pasolini 1963-1965

sabato 19 novembre 2016

PASOLINI - L'arte di Pier Paolo Pasolini nei cuori di Bra Montmartre

Annuncio con grande piacere di aver reso pubblica la mia biografia di Pasolini!
Il mio umile tributo a un grande artista... per il 40° anniversario della sua clamorosa scomparsa. 



venerdì 2 settembre 2016

La mia Postfazione per "L'ultima spina" di Raniero Iafanti


Amici, vorrei menzionarvi "L'ultima spina", la nuova raccolta di poesie di un artista eccezionale, persona magnifica e grande amico Raniero Iafanti.

Qui sotto potete trovare la mia recensione all'interno del libro.
Non avrei ulteriori parole a quelle stampate per descrivervi il suo capolavoro. 

Vi ricordo che potete ordinare la versione cartacea da questo sito: http://www.lulu.com/shop/raniero-iafanti/lultima-spina/paperback/product-22789232.html

Grazie per l'attenzione. 

Ma soprattutto... grazie Raniero per la tua fiducia e per avermi coinvolta ancora in questo carosello di sogni ad occhi aperti!!!




domenica 20 marzo 2016

Intervista allo scrittore e cantautore #Raniero Iafanti

PARLANDO DI POESIA

Poeti si nasce, compositori si diventa. È la storia di #Raniero Iafanti, classe '57, un cantautore professionista che a marzo del 2015 ha abbracciato l'universo della poesia con la silloge “Al momento giusto” lanciata dalla Irda Edizioni.
Nella sua lirica, Raniero condensa la sacralità dei sentimenti e la franchezza di un’emozione. Con urgenza ferma ogni istante, ogni brivido, come un’istantanea, per sublimarlo nella sua genuinità al lettore. In occasione delle festività natalizie, ha pubblicato l’opera tascabile “Riflessi dal cuore”, edita da Antologica Atelier Edizioni, e recentemente classificata al 4° posto alla 3^ Edizione del Premio di Narrativa, Teatro e Poesia “Il buon riso fa buon sangue” coordinato dall'Associazione Culturale e Teatrale “Luce dell'Arte”.
Questa è l'intervista che mi ha affabilmente rilasciato.

Sono un poeta / un grido unanime / sono un grumo di sogni, recitava Giuseppe Ungaretti. Chi è il Poeta, per te?
Credo fortemente che sia un grido unanime, per esporre i nostri sogni.

Come ti sei avvicinato alla scrittura in versi?
Tutto nasce dalla scrittura di testi in formato canzone, lo affermo col beneficio del dubbio.

Descriveresti “Riflessi dal cuore” con un simbolo?
Riflessi dell'anima, come uno specchio dove leggersi.

A Siracusa hai organizzato un recital-spettacolo, a poche settimane dalla sua pubblicazione. Che sapore ha avuto l’esperienza?
È stato davvero meraviglioso, presentare un libro recitando le liriche ma anche diverse mie prose, fuori dai consueti canoni che accompagnano questo tipo di eventi, una esperienza da ripetere e portarla come esempio.

I titoli vitali per la tua formazione letteraria?
Non posseggo un grande bagaglio nella letteratura, posso dire però di apprezzare molto il contemporaneo, questo vale per la romanzistica, nella poesia amo Pessoa, Salinas, Prevert, Hermann Hesse, potrei citarne molti.

Per te, la poesia è più un’arte o un’urgenza?
La mia è una urgenza, dire tutto e subito.

Da cosa ti ispiri? E qual è il tuo rifugio privilegiato per scrivere versi?
Basta una parola carpita in una conversazione, un luogo, un viso. Scrivo ovunque, ho scritto in luoghi più disparati, anche quando viaggio per lavoro in altre regioni, molto in Sicilia e Campania, terre che amo, poi in casa nel mio studio.

Sei spronato da un sentimento particolare?
Quando scrivo sono me stesso, sono solo con la mia mente, il mio vissuto, le speranze, i sogni, le mie fragilità e la solitudine, è come un ritrovarsi.

Nel cuore delle tue poesie, quali tematiche prevalgono?
L'amore in primis, tutto l'universo di quelle tematiche vicine al più universale sentimento, gioie e dolori, vittorie e sconfitte o fallimenti. Credo davvero che sia argomento senza mai una fine.

Le più impressive che hai scritto, come s’intitolano?
Delle oltre 50 liriche presenti nella silloge, sono particolarmente

 legato emotivamente alle seguenti: Riflessi, Folle intesa, Graffio,


 Labirinti, Tuo, Subito, Per sentirmi a casa, Spogliati, Forse, Voglio


 dirti, Ogni notte, Passi, A domani, Tutto passa.

Hai un sito personale dove è possibile leggere qualche tuo componimento?

Nasco dalla mia pagina Facebook che porta il mio nome,

 poi Google+, il sito Scrivere e altri.


Con che pensiero inauguri il 2016?
Con una semplice frase "I sogni in tasca".

Pensi di venire a presentare la tua silloge a Bra, un giorno?

Vorrei portare la mia poesia al nord, di fatto dopo diverse 

presentazioni svolte a Roma e al sud, ho questo sogno 


nel cassetto, arrivare da voi.


Ringrazio Raniero per la sua gentilezza, con le mie congratulazioni

 per i nuovi lettori che ogni giorno, aggiungendosi alla Fanpage 


https://www.facebook.com/Raniero-Iafanti-Scrittore-

216459341838358/?fref=ts si incantano a leggerlo.





mercoledì 16 marzo 2016

Marco de Angelis, l'antipoeta


Il creatore dell'antipoesia fu Nicanor Parra, cileno, la leggenda vivente di 101 anni che ha inventato il termine e diffuso il genere. Marco De Angelis ne è un adepto. Classe 1987, studente di psicologia presso l'Università degli studi dell'Aquila, ha pubblicato la sua quarta raccolta dal titolo “Ho fatto strage del principio di realtà tra i versi di una poesia (excursus sulla mia alienazione)il 1 dicembre 2015.
Stile iperbolico, ritmo indomito, Marco è un compositore prodigio. Immune alle tendenze vampirizzanti, al digiuno dai consensi, restio ad osannarsi; nel paradosso, rivendica i propri valori senza cercare di impiacevolirsi, rinserrando se stesso in un mondo interiore impervio, districandosi fra sogni e utopie, cercando, perdendo e ritrovando il senso di realtà nei frangenti della propria vita.
A differenza di quel che sostiene Marco scherzoso, è un libro che non ha controindicazioni: è uno stimolo ad esplorare se stessi senza inquietudine, accettando il black out senza sotterfugi, ottemperando alle sole leggi dell'anima.
Un connubio di emozioni, un linguaggio ipnotico, privo di filtri, bestiale. È un libro che conquista per la massiccia umanità, oltre al sodalizio dell'autore con il verso, colpendo e affondando.
Gli ho fatto un'intervista.

1. Quando hai capito di esser nato per la poesia?

Non mi sento nato per fare poesia. Io sono solo uno qualunque (con qualche problema mentale); non mi piace essere definito "poeta", oggi sono tutti poeti, artisti, tutti presi da una social-commedia per nutrire il briciolo di ego che custodiscono nei loro cervelletti marci di scimmie. Per quanto mi riguarda sono solo uno che scrive "roba".

2. La prerogativa più importante di un bravo poeta?
Vorrei evitare di elencare presunte qualità dei poeti, la verità è che siamo dei disadattati con evidenti turbe comportamentali, tentiamo disperatamente di trovare un posto nel mondo vomitando sintagmi e scrivendo con pezzi di anima quello che abbiamo nella testa.

3. Com'è nata l'idea di scrivere questa silloge?
Scrivere un libro (un altro) dopo aver pubblicato già 3 volumi (te l'ho detto che sono pazzo)... Non lo so, ho bisogno di farlo per dare ordine a ciò che scrivo...

4. Quanto c'è di te nelle poesie che componi?
Nella roba che scrivo c'è di tutto, pezzi di me sparsi tra i riflessi delle finestre del mio cervello dentro un cessume sociale che strappa la pelle di questi esseri (umani?), proiezioni di un pensiero divergente, astrazioni che si infilano nei neuroni e mangiano la polpa umida nella mia testa inutile (sono ottimista).

5. È stato semplice pubblicare?
Pubblicare un libro di poesia? Semplice? Beh dipende da cosa si intende per "semplice": oggi ci sono tantissimi mezzi nonché editori (editori???) a pagamento, che ti permettono di pubblicare un libro ma pagando un contributo. L'ho fatto anche io, bene o male ci siamo passati un po' tutti. La mia idea di pubblicazione è cambiata, se ci pensiamo non è cambiato solo il mercato ma anche il modo di comunicare, quindi perché restare ancorati al sistema delle lobby editoriali in un mercato (per la poesia) totalmente fermo? Non ha senso, come molti che scrivono poesie e si fanno chiamare poeti esclusivamente per guadagnare.


6. Cosa rappresenta il momento creativo per te?

I miei momenti creativi sono come gli escrementi degli scarafaggi, non c'è niente di speciale in me, credimi, sono solo uno che scrive delle cose, non c'è niente di mistico o di poetico, solo delle scariche elettrochimiche in un cervello incastrato in una fogna temporale.


Questa è la pagina ufficiale del libro: https://www.facebook.com/marcodeangelisautore/?fref=ts