lunedì 3 luglio 2017

NERO - La tragica storia di chi lotta contro la propria natura. Intervista allo scrittore Daniele Scalese

NERO è il primo romanzo dell'emergente Daniele Scalese, pubblicato in data 6 giugno da Eremon Edizioni. Un viaggio che inizia dal primordiale impulso di sopravvivenza quando scatta all'improvviso e stravolge la vita. Ambientato nella metropoli italiana contemporanea, narra il percorso autodistruttivo di Lorenzo, un uomo che cerca l'alba e oltrepassa l'orrore dell'inferno per poterla ammirare ancora, un trentenne disposto a guardare dentro di sé con paura e ad ingoiare lo squallore per riuscire a riassaporare il senso della vita. Dopo il licenziamento, che gli crolla addosso come un incubo, Lorenzo entra in crisi.
L'Io Nero, provocatorio, è il coprotagonista del libro, il nome dell'orgoglio, la voce dell'ego di Lorenzo, la sua coscienza, una specie di angelo custode e demonio oscuro che si diverte a distrarlo continuamente e maledettamente.
Un viaggio introspettivo frenetico ed alienante, una voce dicotomica che ipnotizza alle pagine fino alla fine di questo tunnel nero. La storia intrigante ed originale di chi sprofonda nell'illusione e nella delusione ma ne risale pericolosamente.
Le vicende si evolvono degeneranti, i pensieri si affollano intricandosi ai cattivi ambienti goduti dal protagonista, che si aggrappa ad ogni cosa per aborrire dal buio interiore.
Torpore ed inquietudine si susseguono come cabine di una ruota panoramica impazzita, così come la rovina e l'ignoto assoluto lo catapultano dalla speranza alla disperazione.
In sé, pulsa l'istinto “nero”. Sullo sfondo, minacciosa, la sagoma scura del dolore. Nell'aria, il boato dell'ego, l'urlo di un mondo interiore che deve essere ascoltato, un cuore - vulnerabile - che scongiura l'amore, soltanto l'amore.
La solitudine intima di Lorenzo lo naufraga in circostanze scelte e detestate, nel vortice febbrile di un'esistenza in cui ogni capitolo di sé stesso è impetuoso, torbido, cristallino e psichico.
Un genere tra il drammatico, l'erotico ed il grottesco, scritto da Daniele in maniera appassionante e fluente.
Un capolavoro letterario - di cui sono certa faranno un giorno l'adattamento cinematografico - concepito da un autore assolutamente geniale.
Nato a Taranto nel 1988, Daniele Scalese si forma tra Lecce e Milano, università e testi di Pessoa, David Foster Wallace e Hunter Scott Thompson. Collabora con alcune riviste cinematografiche, scrive racconti per un magazine e frequenta una scuola di letteratura creativa.

Daniele ScaleseNero, Eremon Edizioni, pp. 264, 2,50 euro

in formato e-book.




Pagina Facebook: NERO - Daniele Scalese


Di seguito potete leggere l'intervista allo scrittore! :-)




Ciao Daniele, benvenuto in questo blog! Ti ringrazio innanzitutto per la tua disponibilità. La prima domanda è un po' scontata (ma nemmeno troppo!): cosa ci racconti di te?

Grazie a te per l'occasione che mi concedi. Ti racconto che, a 29 anni, affronto un periodo molto stimolante. Molti vivono l'avvicinamento ai 30 con apprensione. Io inizio a divertirmi sul serio. Credo che riuscire a scrivere contribuisca al mio ottimo stato umorale e mi renda affamato di nuove esperienze.

Un aggettivo che ti definisce pienamente?

Autoironico.

Se non respiri attraverso la scrittura, se non piangi nello scrivere, o canti scrivendo, allora non scrivere, perché alla nostra cultura non serve.” disse ANAÏS NIN. Qual è la tua filosofia nello scrivere?

Innamorati, soffri, muori e rinasci ma porta sempre un vaso con te: raccogli in quel vaso ogni goccia di quello che vivi e senti.

Come è scoccata l'ispirazione per il tuo romanzo Nero? Ne riassumeresti il senso in poche righe?

Vivevo un periodo di forte precarietà economica. E sentimentale. Mi sono chiesto cosa sarebbe accaduto se avessi accettato il compromesso che accetta il protagonista del romanzo, Lorenzo.

Quale significato implicito vorresti potessero cogliere i tuoi lettori?

Probabilmente che alcune persone hanno più bisogno di essere amate che di amare.

A chi consigli il tuo romanzo?

Lo consiglio alle donne che non mi hanno permesso di amarle. L'amore negato è un coito interrotto. Che provoca dolore. La scrittura alimenta quel dolore: credo che uno scrittore sia uno sciacallo della sua sofferenza. Consiglio il libro a chi, almeno una volta nella vita, si è sentito respinto, dalla società, da un amico, da una persona che amava.

Qual è la più bella soddisfazione ricavata nella stesura?

Avvertire una sofferenza reale nel descrivere alcuni stati emotivi.

Il tuo libro svela un volto fosco e torbido della città metropolitana. Ci sono autori particolari che hanno influenzato un po' il tuo lavoro?

Probabilmente Houllebecq ma, soprattutto, ciò che scrivo può derivare dai film che vedo. Penso ai primi lavori di Polanski.

Di cosa parlavano i tuoi primi scritti?

Ho scritto diversi racconti in cui parlavo, in chiave ironica, delle mie disavventure erotico-sentimentali.

Che libri hai letto ultimamente?

"Una cosa divertente che non farò mai più" e "Questa è l'acqua" di David Foster Wallace, poi "La vita davanti a sé" di Romain Gary, "Le particelle elementari" di Michel Houellebecq, "Paure, deliri e la grande pesca allo squalo" di Hunter Scott Thompson e "Atti osceni in luogo privato" di Marco Missiroli.

Come selezioni le tue letture?

Attualmente cerco libri che mi facciano ridere e siano dissacranti (Wallace e Thompson su tutti) o testi da cui trarre nuovi strumenti di scrittura (Murakami).

Da dove nasce, invece, il tuo interesse per le sceneggiature? Racconti - in quante righe avresti voglia - la tua esperienza con questo mondo parallelo?

Ho frequentato un corso di scrittura allo Iulm, dove sono stato seguito da sceneggiatori come Francesco Piccolo ("Il caimano", "La prima cosa bella"), Umberto Marino ("La gabbianella e il gatto"), Stefano Bises ("Gomorra"). Attualmente sono impegnato su un film a epidosi. Certamente, in futuro vorrei lavorare a un progetto cinematografico interamente mio.

C'è stato un film che ha rivoluzionato la tua vita?

"Birdman" di Alejandro Iñárritu.

Un personaggio che stimi?

Charlie Kaufman.

Se lo incrociassi nel centro di Milano cosa gli domanderesti??

Gli chiederei come sia riuscito a scrivere un film come "Adaptation" (Il ladro di orchidee).

Cosa ami della tua città e cosa meno?

Amo il fatto che Milano sia affamata di gente ambiziosa e le opportunità che riesce a dare a questo tipo di persone; a volte, il suo cinismo però mi mette paura.

Qual è la tua massima di vita?

Non vado mai a pezzi perché non sono mai del tutto intero.

Una domanda che vorresti porti perché nessuno ci ha pensato finora?

Come vive uno scrittore?

Cosa impegnerà la tua estate dalle stampe dell'opera in poi?

La scrittura del secondo romanzo.

Che messaggio vorresti lasciare ai lettori, per salutarli?

Spero che il mio libro possa toccarvi, nausearvi, scuotervi. E farvi, segretamente, anche ridere.



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